L’animazione del tempo di Avvento prepara e dà l’avvio anche in oratorio al nuovo Giubileo straordinario della Misericordia. L’immagine della «porta» aiuterà i ragazzi a comprendere che dove si pratica il perdono niente può essere più come prima. I giorni saranno scanditi dagli impegni del Calendario dell’Avvento ambrosiano 2015 e da tutte quelle proposte che in oratorio ci prepareranno al Natale, consapevoli che «come Gesù» anche noi possiamo «portare la pace» nel mondo.
«La misericordia è il tratto principale del modo di pensare e di agire di Gesù»
(Angelo Scola, «Educarsi al pensiero di Cristo», p. 58)
Nel bel mezzo del nostro Avvento ambrosiano, il prossimo 8 dicembre, Festa dell’Immacolata, Papa Francesco aprirà la Porta Santa e darà avvio al Giubileo straordinario della Misericordia. Nei giorni successivi altre Porte della Misericordia saranno aperte in tutto il mondo, là «dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza» (Papa Francesco).
L’esperienza dell’Anno della Misericordia non ci può lasciare indifferenti.
Partiremo dall’immagine della «porta» per comprendere che dove si mette in pratica il perdono niente può essere come prima. La misericordia infatti è «fonte di gioia, di serenità e di pace». Il Signore viene in mezzo a noi mostrando il volto della misericordia del Padre e operando prodigi in mezzo agli uomini, per portare la pace che nasce dal sentirsi amati.
Il protagonista della proposta di Avvento per gli oratori sarà Gesù che si mostrerà in tutta la sua gloria, capace di convertire i cuori e trasformarli, di guarirci da tutto ciò che ci blocca e non ci fa sentire con il suo stesso cuore, per aprirci ad una vita nuova ricca del suo Santo Spirito, come quella di Maria sua madre, di Giovanni il Battista, di Pietro e degli altri suoi discepoli.
La pace che è in cielo, quella cantata a Natale dagli angeli, noi ora la possiamo sperimentare perché ce l’ha portata Gesù, quell’«atteso» che è stato chiamato «principe della pace» (cf. Is 9, 5). Capire chi è davvero Colui che è nato in mezzo a noi, quale sia il suo peso e la sua «portata» nel mondo, può aiutare anche i più piccoli a rallegrarsi, a provare una gioia profondissima e a cogliere che un nuovo mondo è possibile, se anche loro, negli impegni quotidiani, si sentiranno di scegliere e di impegnarsi a vivere proprio «come Gesù».
Vivendo «come Gesù» anche noi, insieme ai nostri ragazzi, possiamo ri-trovare motivi per vivere amando e perdonando, per provare una gioia piena e, quindi, procurare intorno a noi una pace contagiosa, che in oratorio non potrà che diventare stile di vita, da riportare fuori, in famiglia, a scuola e nel lavoro, nello sport, nelle amicizie e nella prossimità verso chi ha bisogno.
Chi è che porta la pace è dunque Gesù di Nazareth che «con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio». Ma dietro a lui ci siamo noi, nuovi «portatori di pace» per tante persone che hanno bisogno del «calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità».
Portare la pace «come Gesù» può essere il regalo più bello che i nostri ragazzi possono fare al mondo, non solo per il prossimo Natale, ma per un futuro dove ci sono ancora uomini e donne capaci di accogliere, perdonare, ricominciare, farsi accanto, amare e farsi prossimo.
L’attesa operosa del Natale è dunque il tempo propizio per raccontare di come Gesù sia l’amore di Dio incarnato e di come lui stesso sia la porta attraverso la quale noi diventiamo «nuova creatura» e quindi anche noi capaci di quel cambiamento che procura gioia e pace.
«Porta la pace come Gesù» è dunque lo slogan che riprende la proposta del nostro anno oratoriano per l’animazione del tempo di Avvento in oratorio.
(fonte: http://www.chiesadimilano.it/pgfom/oratorio-e-ragazzi/servizio-ragazzi/oratorio-e-ragazzi/avvento-in-oratorio-2015-br-porta-la-pace-come-gesù-1.116743)